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Il consolidamento della lingua franca nell’inglese per le relazioni internazionali
 
     
  di Antonella Distante, direttore della rivista  
     
 
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L'attuale e mutevole compagine internazionale impone un'attenzione specifica all'uso della lingua inglese che sempre più tende a risentire dell'evolversi dei fenomeni sociali e di politica internazionale. Proprio in questo settore, l'uso dell'inglese come lingua franca si è andato consolidando in modo davvero straordinario al punto che anche la stampa nazionale risulta “contaminata” irreversibilmente da forme inglesi che afferiscono al campo delle relazioni internazionali.

“Il bisogno di una lingua franca è scontato, e la spinta verso un'unica lingua franca è una conseguenza, mentre l'alternativa è rappresentata da servizi di traduzione in più lingue costosi e spesso impraticabili”1. L'esigenza di identificare un idioma che possa favorire la comunicazione tra i paesi si rileva per esempio nell'ambito dell'Onu, ove i circa 200 paesi necessitano più che mai di una relativa uniformità linguistica. L'immagine biblica della torre di Babele 2, che per antonomasia rappresenta “un luogo pieno di gente caratterizzato da grande disordine e da confusione rumorosa” 3, ben rappresenta le difficoltà comunicative derivanti dalla presenza di un numero enorme di lingue parlate nel mondo e le connesse problematiche afferenti alla comunicazione. Nel campo delle relazioni internazionali e della politica internazionale, l'inglese è la lingua più usata e secondo recenti studi 4 le circa 12.500 organizzazioni internazionali hanno come lingua ufficiale l'inglese, nell'85% dei casi oggetto di indagine. Il mero dato statistico fa emergere di conseguenza un aspetto rilevante: l'inequivocabile ruolo dell'inglese come lingua franca che si esplica de facto nella compagine internazionale. La nascita e lo sviluppo del diplospeak nell'ambito delle relazioni diplomatiche tra i vari paesi è un elemento ulteriore che converge a dimostrare la posizione dominante assunta dall'inglese dalla seconda metà dello scorso secolo.

Attraverso la ricerca terminologica contenuta nel volume English throughout the international relations, security and defence framework. Percorso di approfondimento interculturale nel settore dell'Inglese per le relazioni internazionali, la sicurezza e la difesa 5 è stato possibile approfondire alcuni aspetti interessanti riguardanti l'inglese per le relazioni internazionali e semplificare rendendo accessibili forme di non immediata comprensione al fine di agevolare il lavoro di chi, per motivi professionali e di studio, è costretto a utilizzare l'inglese come mezzo di comunicazione nel settore internazionale. Alla stregua di queste considerazioni è importante notare che anche i mezzi di comunicazione anglofoni fanno un uso copioso di formule espressive che appartengono al linguaggio figurato oppure presentano altre difficoltà da un punto di vista interpretativo, come ad esempio nel caso dell'ampio ricorso alle abbreviazioni. Infatti, se ci addentriamo a esaminare articoli di politica internazionale, potremmo facilmente imbatterci in alcune definizioni, quali ad esempio la Dovish policy che indica la "politica della colomba", espressione utilizzata in ambito politico ma anche militare, che si riferisce a una politica impostata su relazioni pacifiche e non aggressive, laddove sul piano del linguaggio figurato emerge l'immagine della colomba, che per antonomasia rappresenta la pace, a cui in inglese corrisponde il sostantivo dove da cui poi scaturisce l'aggettivo dovish. Alcune altre forme che ad esempio possiedono il termine policy 6 sono: Double or quits policy, che rappresenta la "politica del lascia o raddoppia" per definire, ad esempio, la politica del Presidente Bush in merito al problema dell'invio di nuove truppe in Iraq o dell'abbandono del teatro iracheno; oppure altra forma interessante è Divide and rule policy, che indica in italiano "dividi e domina" (dal latino divide et impera) e corrisponde a una combinazione di strategie politiche, militari ed economiche volte a ottenere e mantenere il potere nei confronti di altri paesi attraverso lo smembramento di grandi concentrazioni di potere in unità che singolarmente ne possiedono meno al fine di imporre la propria egemonia. E ancora vale la pena menzionare la Sunshine policy che rappresenta la "politica della mano tesa” e corrisponde a una politica di pace attuata dalla Corea del Sud al fine di trovare un punto di convergenza con la Corea del Nord.

In merito ad alcune strategie applicate nel campo della politica internazionale, è possibile citare tra le varie definizioni incluse nel lavoro l'espressione Stick and carrot, che letteralmente indica "bastone e carota" e che in senso figurato corrisponde all'atteggiamento di chi, per esempio uno Stato, un esponente politico o un'organizzazione, pone in essere un comportamento informato alla condiscendenza (carota) e alla minaccia (bastone) al fine di ottenere risultati da parte del soggetto che subisce tale forma di pressione. Altre forme che indicano uno specifico approccio nelle relazioni tra Stati è la Finlandization, che corrisponde a "finlandizzazione" e rappresenta il fatto di ridurre un paese straniero in una situazione di dipendenza economica e politica. Tale forma è stata adottata originariamente dalla Seconda Guerra Mondiale in poi per indicare il ruolo di sottomissione della Finlandia rispetto all'Unione Sovietica. Il concetto di "mediorientalizzazione" è reso dal termine Middle-easternisation, che indica la crescente influenza del Medio Oriente, in particolare riguardo al conflitto israelo-palestinese, sulle politiche del sud est asiatico con la diffusione dell'Islam atta al fine di colpire l'Occidente; inoltre la Balkanisation of the conflict rappresenta la "balcanizzazione del conflitto", cioè una condizione di frammentazione, disordine e frantumazione, tanto da divenire un conflitto le cui dinamiche sono ingestibili e incomprensibili. Ancora nel campo politico, fanno parte integrante della ricerca terminologica Soft power, che letteralmente corrisponde a "potere morbido" e indica una forma di potere basato sulla forza della persuasione e sulla capacità di ottenere ciò che si desidera per via indiretta e il cui antonimo è Hard power, "potere duro", quello che si esercita attraverso le armi, ad esempio il potere militare e quello economico esercitati per piegare gli altri al proprio volere. È opportuno qui fare riferimento anche all'espressione Hard line che indica una “linea dura, un atteggiamento intransigente”. Nel contesto politico, la hard-line policy è la "politica che non accetta compromessi" mentre l'hard-line movement corrisponde a un "movimento estremista"; l'agentivo hardliner corrisponde a "estremista, chi non accetta compromessi".

L'uso del linguaggio figurato è tipico del linguaggio politico e alcuni casi sono Fence sitter, che indica letteralmente coloro che si occupano della sorveglianza della recinzione e tale immagine corrisponde a chi non prende una posizione netta in determinate situazioni, rimanendo "fuori dalla mischia" a osservare l'evolversi degli eventi.

Il ricorso a metafore zoomorfe arricchisce ulteriormente l'espressione, come nel caso di Sitting ducks, che letteralmente corrisponde a "papere sedute" e indica un atteggiamento di rilassamento, di stand-by, come di chi è in attesa che un avvenimento si verifichi o una decisione venga presa. Inoltre, tale espressione può anche corrispondere, in determinate situazioni, a un facile obiettivo sia in senso oggettivo (bersaglio) che figurato (oggetto di critiche). Sempre utilizzando l'immagine della papera, nel linguaggio politico si usa sovente l'espressione Lame duck che indica "un'anatra zoppa" e in senso figurato corrisponde a un esponente politico che è ancora in carica ma ha perso la sua originaria autorità e il suo carisma.

Anche l'utilizzo di forme abbreviate è una tendenza che è parte integrante del linguaggio politico, soprattutto nel campo istituzionale: NIMBY, per esempio, corrisponde a Not In My Back Yard, che letteralmente indica "non nel mio cortile" e si riferisce a un atteggiamento di protesta, ad esempio, contro lo svolgersi di conflitti o eventi all'interno di un dato paese; simile da un punto di vista del contenuto è BANANA che è in realtà un acronimo che indica Build Absolutely Nothing Anywhere Near Anything e si riferisce in particolare al fatto di ostacolare la costruzione di qualsiasi cosa in qualsiasi luogo. Nel campo della sicurezza ambientale, ad esempio, indica il dissenso rispetto a determinate condotte nocive per l'ambiente, oppure nel caso in cui i cittadini fanno ostruzionismo rispetto al realizzarsi di un'opera, come è accaduto ad esempio per la costruzione della Tav oppure per l'ampliamento della base americana a Vicenza.

Altre forme interessanti sono quelle che riguardano alcune tipologie di Stati, con alcuni punti di contatto tra loro da un punto di vista del significato. Il termine Bantustan, ad esempio, indica uno Stato o territorio semindipendente costituito in Africa ove le etnie nere nel periodo dell' Apartheid 7 furono costrette a ritirarsi; attualmente, nella compagine internazionale tale termine indica uno "stato fantoccio" che può rendersi con Puppet state, ossia uno stato non riconosciuto indipendente e che subisce l'egemonia di potenza dominante. Esistono anche le espressioni Puppet government o Puppet regime che corrispondono a "governo o regime fantoccio" ma si differenziano a sua volta dalla forma. Banana Republic indica un paese per lo più tropicale, economicamente dipendente dal capitale di un paese straniero e quindi politicamente condizionato, in cui l'espressione deriva dal fatto che la sopravvivenza di molti piccoli Stati dei tropici è legata alle loro esportazioni di frutta. In generale tale forma si usa nel contesto internazionale per indicare quei paesi fondati sul malgoverno e la corruzione. Tale forma si differenzia, però, da Satellite state che consiste in uno Stato che seppur indipendente ruota nell'orbita di una potenza egemone.

Infine, per completare il quadro sulle espressioni appartenenti al campo politico è interessante e in crescente utilizzo in campo politico-sociale la formula Gender mainstreaming che indica una strategia politico-sociale che ha lo scopo di garantire il rispetto delle pari opportunità tra i sessi, favorendone lo sviluppo nei diversi ambiti. La parola mainstreaming corrisponde letteralmente al concetto di "attestarsi sulla corrente di pensiero principale" e consiste nella capacità del governo di assicurare nelle diverse compagini sociali il corretto utilizzo delle risorse umane, tenendo conto delle specifiche competenze e caratteristiche, indipendentemente dal mero rispetto di percentuali imposte ex lege relative alla partecipazione femminile in un dato campo, come nel caso delle cosiddette quote rosa.

Addentrandoci nel settore giuridico internazionale non potevano mancare forme afferenti all'ambito legislativo, come per il caso di Law enforcement, che nel campo internazionale consiste nel rafforzamento del diritto posto in essere, ad esempio, da organismi internazionali a favore di paesi a democrazia fragile. In senso più generale, l'espressione inerisce all'applicazione della legge, alla sua esecuzione. L'altro esempio del campo normativo è Soft law, che indica una serie di strumenti giuridici meno forti della legge e nel campo internazionale indica atti con efficacia non vincolante tra più paesi. Tali forme legislative si concretano, ad esempio, in strumenti di autoregolamentazione, raccolte di principi, e così via. La law merchant 8 è un esempio di Soft law. L'antonimo è la Hard law che rappresenta la legge in senso proprio, norme cogenti e valide erga omnes.

Il percorso tracciato permette di ribadire un concetto fondamentale che in premessa è stato enunciato: l'inglese come lingua franca si sta progressivamente e costantemente consolidando proprio in questo settore. Si tratta di un fenomeno che ci coinvolge sempre in misura maggiore e se si tiene conto del complesso e articolato evolversi delle questioni di rilievo internazionale la conoscenza dell'inglese in questo campo è un'esigenza ormai insopprimibile.

 

Bibliografia

  • Distante, A., English throughout the international relations, security and defence framework. Percorso di approfondimento interculturale nel settore dell'Inglese per le relazioni internazionali, la sicurezza e la difesa, Europa 2010 editore, 2007.
  • Di Nolfo, E., Dagli imperi militari agli imperi tecnologici, Laterza, 2002.
  • Di Nolfo, E., Storia delle relazioni internazionali, Laterza, 2004.
  • Evans, G., Newnham, J., The Penguin Dictionary of international relations, Penguin Books, 1998.
  • Fawcett, L., International relations of the Middle East, OUP, 2005.
  • Gooch, G., Williams, M., Dictionary of Law Enforcement, OUP, 2007.
  • Halliday, F., The Middle East in International Relations, CUP, 2005.
  • McLean, I., McMillan, A., Concise Dictionary of Politics, OUP, 2003.
  • Minogue, K., Politics, a very short introduction, CUP, 1995.
  • Nicholson, M., International Relations, a concise introduction, Palgrave MacMillan, 2002.
  • Wallace, R., Holliday, A., International Law in a nutshell, Sweet and Maxwell, 2006.

 

Note

 

1 Crystal, D., La rivoluzione delle lingue ,Il Mulino, 2005, p. 18.

2 McArthur, The English Languages ,Cambridge University Press, 1998.

3 De Mauro, T.,Dizionario italiano, Paravia, 2000.

4 Il dato è tratto dallo “Union of International Associations' Yearbook” che è citato a p. 20 in: Crystal, D., La rivoluzione delle lingue, Il Mulino, 2005.

5 A. Distante, English throughout the international relations, security and defence framework. Percorso di approfondimento interculturale nel settore dell'Inglese per le relazioni internazionali, la sicurezza, la difesa, Europa 2010, Roma, 2007.

6 Policy indica un piano politico, una linea politica. Ad esempio, domestic/home policy ( politica interna), foreign policy (politica estera). Nel linguaggio commerciale, policy si riferisce a un'assicurazione, polizza.

7 Segregazione razziale originariamente posta in essere in Sud Africa nel corso del XX secolo e abolita negli anni ‘90, dalle minoranze bianche contro la popolazione indigena di razza nera. Tale espressione indica in generale forme di discriminazione razziale.

8 Lex mercatoria. Insieme di norme in materia di diritto commerciale internazionale, che vengono considerate come fonte normativa autorevole dei rapporti e dei negozi fra privati e che sono andate sviluppandosi dal medioevo. La law merchant è un caso di Soft law.

 

 
     
 
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