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Seguiteci nel nostro viaggio…
 
     
     
 
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Come confrontarsi con una lingua di cui uno dei massimi campioni, il sommo poeta elisabettiano Edmund Spenser, scriveva nel 1579 “Così hanno fatto dell’inglese un minestrone o un pasticcio di altre lingue”1? E soprattutto come affrontare le innumerevoli specificità dei suoi linguaggi specialistici per trasmetterne i concetti e i significati per mezzo dei traducenti più adatti?

            Si tratta senz'altro di un percorso lungo, a tratti tortuoso e faticoso, ma altrettanto soddisfacente, soprattutto se si padroneggiano alcune basi teoriche e si dispone degli strumenti necessari per districarsi tra parole, sintagmi, significanti e significati, figure retoriche….  Lo dimostrano gli scritti di Antonella Distante, che condivide con i lettori la sua pluriennale esperienza di docente, offrendo una panoramica e molti spunti di riflessione nel suo articolo dedicato all'inglese giuridico, di Antonella Germano, che ci guida nei meandri della lingua della medicina legale o di Elisabetta Verardi, che sottolinea l'approccio al gergo inglese della medicina da parte di un'interprete di simultanea. A questo proposito, restando sempre nell’ambito dei linguaggi specialistici, è impossibile non notare l’uso della sineddoche: “…. si ricorre alla cabina” per indicare al contempo la postazione e la professione dei simultaneisti.

            Alle difficoltà della traduzione del testo giuridico, in particolare di alcune peculiarità del linguaggio dei contratti, è invece dedicato il testo di Barbara Arrighetti a cui risponde, come in colloquio virtuale, Francesca Marchei con la sua disamina pungente di quella che potremmo definire un’esterofilia linguistica portata all’accesso nei testi a stampa di carattere economico e finanziario.

            Chiude questo nostro primo numero “pilota” l’articolo di Consuelo Terenzio, che illustra chiaramente quanto una buona traduzione prima e il doppiaggio poi possano incidere sul successo di un film straniero presso il pubblico italiano.

            Queste “pillole” non sono in alcun modo, e non intendono neppure esserlo, esaustive né vogliono mettere un punto finale a una discussione che, speriamo, possa proseguire e trarre nuovi spunti anche dagli interventi dei lettori che invitiamo sin d'ora a inviarci commenti, annotazioni o risposte (indirizzati al Comitato di redazione, rivista@englishfor.it). Questa rivista dedicata all'inglese per scopi speciali è, infatti, nata come un viaggio in cui vorremmo davvero essere accompagnati da tutti coloro che, a fini professionali o altrimenti, sono entrati almeno una volta in contatto con questo universo così ricco e variegato.

 

            Buona lettura!

 
 
La Redazione
 
 
 
 

 

1 “So now they made out English tongue a gallimaufry or hodgespodge of all other speeches”, da The Sheperd's Calendar.

 
     
 
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